Attualità e Notizie

Anime e corpi, gli uomini
inserito il 22.08.2014

L’esperienza delle piscine

Intervistare uno pneumologo con un toscano acceso in bocca. Imbarazzo. Subito bruciato dalla passione umana di chi racconta e di chi annota. Anche grazie, naturalmente, al clima... miracoloso di Lourdes. Qui è più facile penetrare oltre i reciproci interessi e le reciproche funzioni e focalizzare lo sguardo sull’uomo intero che ti sta davanti, da una parte e dall’altra del tavolo.

Come per il dottor Gianfranco Bolognini, che ha passato tutta la mattina a fare servizio alle piscine di Lourdes, è stato facile e stupefacente guardare gli uomini che aiutava ad immergersi in queste strane acque che sembrano capaci di pulire tutto l’uomo, anima e corpo. Ma incominciamo dai dati. In breve: Bernadette -questa ragazzina incolta cui la potenza divina ha messo nelle mani un incredibile potere- scavò nella terra e scoprì la sorgente di cui la Madonna le aveva parlato nelle apparizioni. Un’acqua che subito i biologi esaminarono attentamente, senza scoprirvi niente di più delle proprietà benefiche presenti in tutte le acque termali che pullulano in questa regione montagnosa dei Pirenei. Ma subito chi la beveva o si lavava con essa ne sperimentò proprietà di guarigione inaudite. E oggi ancora migliaia e migliaia di uomini e donne vengono qui e si sottopongono a questo gesto di incredibile semplicità: svestirsi e immergersi, aiutati da altri uomini e donne normali che si offrono per puro e gratuito servizio. E cosa succede? «Succede prima di tutto», mi racconta il dottor Bolognini, «che immancabilmente vedi delle persone che, dopo la titubanza e il disagio, iniziale, se ne vanno dalle piscine contente, serene, grate a chi le ha sostenute mentre si immergevano nell’acqua (magari col freddo, come oggi)». Ci sono solo malati? «No, anche persone sane. E ci sono cristiani e non cristiani. Oggi per esempio c’erano molti indù». Trovarsi davanti a degli uomini nudi: per un dottore niente di eccezionale, in fondo. «Lì non sono un dottore, sono un volontario come gli altri. Ma l’esperienza che ho fatto mi ha colpito. La scoperta della natura profonda dell’essere umano. Povero, nudo appunto, ma davanti a una Presenza, di cui tutti sono in qualche modo consapevoli. È come vedere l’uomo nella sua essenza: un nulla, tutto bisognoso, davanti al Mistero. E assistito dagli altri. Anche se non è, in quel momento, un uomo ammalato. Fa pensare». E se è malato? «Certamente c’è qualcosa di gratificante, perché lo devi a volte svestire, togliergli i pannolini, sfilargli le calze, sollevarlo. Ma quel che conta è che l’uomo è lì, solo davanti al Mistero che l’ha creato. Per un credente, come me, è un momento di stupore. Ma vedevo che anche per i non credenti, come gli indù per esempio, era qualcosa di speciale». Lei l’ha già fatto il bagno nelle piscine? Se sì, perché? «L’ho fatto, forse all’inizio, per curiosità. Ma poi il luogo e la Presenza della Madonna, per me che aderisco a Cristo, l’hanno fatto diventare un atto di umiltà e di devozione. Ma sono convinto che per chiunque, credente o no, diventa un gesto religioso. E in tutti vedi alla fine felicità e riconoscenza. Per la mia fede non è necessaria né Lourdes né lo sono le piscine, ma sono un aiuto straordinario». La nudità crea imbarazzo? «No, qui non esiste. Questo servizio -non lavoro ma servizio- mi fa capire cosa sia quella carezza di cui parlava l’altro giorno il vescovo: una carezza che deve partire dal corpo ma che se è davvero umana arriva fino all’anima».

(di Claudio Mésoniat, articolo tratto dal GdP del 22.08.2014)



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