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La Basilica San Pio X: un cantiere ancora aperto
inserito il 23.08.2013
Il punto sui danni dell’alluvione di giugno. Lo scorso giugno Lourdes è stata colpita da un’importante alluvione i cui danni sono ancora visibili oggi. Il responsabile delle cerimonie del Santuario fa il punto della situazione.
A memoria d’uomo nessuno qui a Lourdes ricorda un’alluvione simile. È quella che ha colpito la città il 18 giugno scorso. «Il fiume Gave ha inondato il Santuario. Dovete immaginare dei cavalloni d’acqua enormi fuori dalla Basilica, fino all’altezza del Cristo della Grotta», ci racconta don Maurizio Stefanutti, responsabile delle cerimonie liturgiche del Santuario e testimone di questi eventi. Grazie però al lavoro della protezione civile, di pompieri e volontari, due giorni dopo il disastro, il 20 giugno, è stato riaperto l’accesso alla Grotta delle apparizioni, il 22 giugno l’accesso a tutto il santuario e il 23 si è celebrato a Massabielle.
Di grande entità sono stati i danni nella Basilica sotterranea San Pio X, dove ieri c’è stata la Messa internazionale con migliaia di pellegrini e malati, tra cui i nostri ticinesi. «In Basilica l’alluvione ha portato 3 metri di acqua, tutti i banchi navigavano. Era impressionante.
Nelle sacrestie gli armadi erano rovesciati, i paramenti finiti nel fango. Abbiamo ricuperato le oltre 1900 casule, utilizzabili oggi al 99%. Idem per Calici e pisidi, ripescati, recuperati e ripuliti anche se molti oggetti sono da restaurare. Molti libri liturgici sono andati persi». La Basilica è stata riaperta a fine luglio. «Sembra tutto funzionante, invece l’impianto audio ha ancora qualche problema, i grandi schermi sono fuori uso, idem l’organo che speriamo di sistemare per l’anno prossimo. L’impianto del presbiterio e il luogo dove si posiziona la corale sono entrambi provvisori». Anche
le piscine dove malati e pellegrini si bagnano nell’acqua scaturita dalla Grotta sono state danneggiate.
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«Le piscine sono state riaperte 10 giorni dopo l’alluvione. I primi tempi in modo un po’ precario, ora sono efficienti al 90%». Nel Santuario, l’unico luogo che mostra danni evidenti è il ponte tra la Grotta delle apparizioni e la zona degli ospedali dei pellegrini malati. «Funzionante è solo metà ponte, l’altra metà ha fessurazioni nel cemento armato e dunque va ristabilizzato. Mentre l’altro ponte, quello delle piscine, è ancora chiuso, perché instabile». Quanto agli alberghi la situazione non è ancora risolta. «Restano ancora chiusi alcuni hotel lungo il fiume.
Si tratta di strutture che hanno subìto l’inondazione soprattutto da dietro, l’acqua è entrata dalle cucine ». Disagi che hanno condizionato l’afflusso dei pellegrini. «I pellegrinaggi sono sempre continuati, anche nei giorni dell’inondazione perché gli ospedali erano aperti e anche diverse chiese e cappelle funzionavano a pieno ritmo. È chiaro che la chiusura di diversi hotel ha comportato, il primo mese soprattutto, un calo di pellegrinaggi. Ma il fenomeno non è legato solo all’alluvione: la crisi economica generale sta penalizzando la partecipazione nei lunghi pellegrinaggi soprattutto di Italia, Spagna e Francia», spiega don Maurizio. Per concludere, due parole sulle spese: «I costi prodotti dal disastro naturale sono enormi.
Si spera sempre nell’aiuto dello Stato. Ci sono milioni di euro di danni a Lourdes, idem nei villaggi delle vallate». La Direzione del nostro pellegrinaggio, nel frattempo, comunica che un pellegrino ticinese ha donato 1000 franchi per i lavori di restauro del Santuario. Un bel gesto, soprattutto in questi tempi di crisi.
(di Cristina Vonzun, articolo tratto dal GdP del 22.08.2013)
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