Attualità e Notizie

Genitori e figli più uniti nella dedizione ai sofferenti
inserito il 25.08.2011

Una giornata intensa per i ticinesi conclusasi con la fiaccolata.
Tra le opere che fanno la volontà del Padre ci sono anche quelle spirituali, come il dono della Confessione.

Da una parte e dall’altra delle rive del Gave, il fiume che divide in due l’area del Santuario, ieri mattina certamente la folla non mancava. Mentre davanti alla Grotta delle apparizioni si assiepava una moltitudine di giovani di diversi paesi del mondo provenienti da Madrid per partecipare alla Messa dei giovani della Giornata Mondiale della Gioventù (GmG), con tanto di arrivo davanti alla Grotta della Croce della GmG, sull’altra riva del Gave i nostri pellegrini vivevano la loro seconda Eucaristia a Lourdes, occasione per il Vescovo di continuare la riflessione sul Padre Nostro.

«Sia santificato il tuo nome», ha ricordato mons. Grampa, significa una santificazione «non tanto con le parole, quanto con il comportamento della nostra vita, testimoniando con le nostre opere che Dio, il Signore, è Padre, l’Amore assoluto». Opere che sono il volto più immediato di Lourdes, opere materiali di carità ma anche opere spirituali, come le tante confessioni che nel pomeriggio i nostri pellegrini hanno vissuto nella stessa chiesa di Santa Bernadette. «Qualcuno mi ha detto di essersi riaccostato al sacramento grazie alle parole che ha sentito dal Vescovo», mi ha poi testimoniato un prete. Tra le belle opere che Lourdes ci offre ci sono le famiglie che decidono di coinvolgersi nel servizio. Diverse, sia tra gli esploratori che tra gli ospitalieri. Ieri ne abbiamo incontrate due: la famiglia Roveri di Pregassona, (Carla, il marito Gabriele e il figlio Maurizio) e la famiglia Morisoli di Monte Carasso (a Lourdes ci sono la mamma Bruna e le figlie gemelle Cristina e Linda, quest’ultima tra i reduci della GmG).
I coniugi Roveri sono qui come ospitalieri grazie ad uno dei loro figli che ha fatto questa esperienza. Seguendolo come pellegrini i Roveri sono rimasti affascinati dal servizio e hanno deciso di mettersi in gioco, iscrivendosi l’anno successivo negli ospitalieri. Cosa offre Lourdes ad una famiglia che viene per fare sevizio? «Certamente durante il giorno – mi dice la signora Carla – lavoriamo io, mio marito e nostro figlio in turni separati, però al rientro in Ticino è estremamente arricchente poter condividere tra noi e con gli altri della famiglia questa esperienza di solidarietà e fede». I Roveri non hanno lasciato nulla al caso. «Prima di venire a Lourdes abbiamo discusso con gli altri due figli che sono rimasti a casa il tema del pellegrinaggio, il Padre Nostro», mi spiega ancora Carla.
Bruna Morisoli è a Lourdes grazie alla figlia Linda che l’ha accompagnata l’anno precedente nel servizio di ospitaliera e quest’anno, per raddoppiare, è arrivata anche l’altra figlia gemella Cristina. «Stare con i malati dà una gioia grandissima» ma non è la sola ragione. «Dopo il cammino fatto a Lourdes – continua Bruna – partecipiamo alla vita della nostra parrocchia in modo diverso, con più intensità. A Lourdes sei toccato da un’infinità di temi forti: il senso della malattia, Dio, l’offerta delle proprie sofferenze, il valore della vita». Linda, che arriva dalla GmG di Madrid, ci tiene a sottolineare l’importanza per i giovani di incontri come questi. «Non è vero che negli incontri di massa ci si disperde e non c’è la possibilità di avere un momento personale con il Signore. A Madrid, soprattutto durante le catechesi, avevi tantissime occasioni di confrontarti sulle domande della fede. Qui a Lourdes invece prevale il gesto, ma non è un gesto solo pratico, c’è tutto il rapporto interpersonale, c’è l’affetto verso i malati, c’è la carità. Mi incuriosisce saper come vengono viste famiglie di questo tipo da amici e conoscenti». «Il volontariato è apprezzato, ma quando si parla delle ragioni, della fede, si fa più fatica a farsi capire», mi dice mamma Bruna, «eppure – continua la figlia Linda – «ho comunque amici che mi chiedono come si vive qui e se parli della fede, vedi che tra i giovani susciti domande». Chissà che l’anno prossimo nuove famiglie si lascino coinvolgere.

L’intensa giornata dei ticinesi si è conclusa con una gremita quanto suggestiva fiaccolata serale nel Santuario, con quel semplice cantare “Ave Maria” che riscalda il cuore di tutti.

(di Cristina Vonzun, articolo tratto dal GdP del 24.08.2010)



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